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Carcinoma dell’ovaio: comprendere l’evoluzione e gli strumenti della diagnosi

Approfondimenti

L’evoluzione del cancro varia profondamente a seconda della localizzazione del tumore, del tipo e del paziente. Il carcinoma dell’ovaio presenta un’evoluzione piuttosto rapida. Spesso si tratta di una grave patologia in quanto suscettibile di silenziose metastasi a livello dell’addome. In ragione di tale rapidità e del suo carattere torpido, la diagnosi viene realizzata, nella maggior parte dei casi, quando il tumore si trova già a uno stadio relativamente avanzato.

Come si sviluppa il carcinoma dell’ovaio?

Di norma, il cancro si presenta sotto forma di cisti (cavità piena di liquido e cellule tumorali) a livello di una o entrambe le ovaie. Il tumore può crescere, svilupparsi e, talvolta, estendersi ad altri organi. L’evoluzione e lo sviluppo del carcinoma dell’ovaio vengono classificati in base a diversi stadi che consentono ai medici di determinare, con la massima precisione possibile, il livello di avanzamento della malattia. La prognosi e l’adeguamento del trattamento dipendono dall’avanzamento stesso. La gravità del cancro non dipende necessariamente dal volume del carcinoma ovarico. Un tumore può essere di grandi dimensioni e fornire segnali importanti senza tuttavia essere diffuso. Viceversa, una piccola lesione ovarica può aver già dato luogo a metastasi a livello dell’addome ed essere ad uno stadio avanzato della malattia.

A cosa corrispondono gli stadi evolutivi della malattia?

Per quanto concerne il carcinoma dell’ovaio, la classificazione più comunemente utilizzata è quella della FIGO (Federazione Internazionale di Ginecologia Ostetricia). Tale classificazione ha luogo sulla scorta dei risultati degli esami (ecografia, biopsia, per esempio) o dei prelievi realizzati in sede d’intervento chirurgico detto di check-up.

Stadio1: il carcinoma è limitato a un ovaio o a entrambi. Il carcinoma si svilupperà all’interno dalla ciste ospite per poi romperne la parete ed estendersi all’esterno dell’ovaio (vegetazioni). Si tratta in tal caso di forme localizzate di carcinoma dell’ovaio.

Stadio 2: le cellule cancerose possono migrare all’interno della cavità addominale circondata dal peritoneo, pur permanendo all’interno della pelvi (porzione inferiore del peritoneo). Possono così intaccare l’utero, le trombe e il sacco rettale, nonché la stessa vescica.

Stadio 3: alcune cellule possono spingersi più in alto, all’interno dell’addome, in direzione dell’intestino, del colon, dello stomaco e del diaframma. Una volta che il peritoneo viene attaccato dalle cellule cancerose, esso produce liquido (ascite) che si deposita nell’addome. Le cellule cancerose possono addirittura raggiungere e colonizzare i linfonodi localizzati a livello dei vasi cardiaci, dell’aorta e della vena cava.

Stadio 4: il cancro si è ormai diffuso al di là dell’addome ed ha raggiunto la pleura (tessuto che circonda i polmoni), qui produce un liquido (pleurite) e si sposta quindi verso altri organi quali i polmoni o il fegato. Si parla allora di metastasi (estensione delle cellule cancerose ad altri organi). Grazie a questa rappresentazione schematica, è possibile comprendere l’evoluzione e l’estensione del carcinoma dell’ovaio ad altri organi.

Quali segnali testimoniano la presenza del carcinoma dell’ovaio?

Inizialmente, il carcinoma dell’ovaio non dà alcun sintomo, il che lo rende di complessa individuazione. Proprio per questo, spesso se ne rileva la presenza a uno stadio avanzato (tra il 75 e l’80% dei casi). Un’individuazione precoce del carcinoma (massa tumorale localizzata in prossimità dell’utero) può avvenire durante un esame ginecologico, un’ecografia o col manifestarsi di sintomi talvolta banali (dolore al basso ventre, difficoltà intestinali, frequente bisogno d’urinare, ecc.).

Nella maggior parte dei casi, la diagnosi è corroborata da sintomi quali una tensione dell’addome (meteorismo, costipazione, perdita dell’appetito ed episodi di diarrea). Una volta che il tumore cresce e l’ascite si forma (produzione di liquido nell’addome), il soggetto accusa dei dolori e una sensazione di ventre indurito e dell’addome pressoché flaccido.

Talvolta, il cancro viene individuato quando già si è sviluppato oltre l’addome. Il carcinoma si manifesta allora con la presenza di linfonodi a livello dell’inguine o alla base del collo, pleurite o perdite di liquido a livello dell’ombelico.

Quali esami possono contribuire a una corretta diagnosi del carcinoma dell’ovaio?

Il primo esame consiste in una palpazione dell’addome e dei linfonodi alla ricerca di masse anomale, quindi si passa ad una visita ginecologica con esplorazione vaginale e rettale alla ricerca di eventuali anomalie pelviche.

L’ecografia consente, a seconda dell’aspetto del carcinoma ovarico, di diagnosticare la presenza di una banale cisti o di propenderepiuttosto per una lesione più grave misurandone le dimensioni.

La TAC consente poi di localizzare ulteriori lesioni a livello di addome e torace e di analizzare dimensioni ed aspetto dei linfonodi. In presenza di carcinomi distanti dall’ovaio permette, talvolta, di valutare la possibilità di un intervento chirurgico. Diversi esami consentono di procedere ad una diagnosi del carcinoma e di valutarne eventuali metastasi ad altri organi. Tali esami saranno illustrati al paziente dallo staff medico.

L’esame dei marker tumorali può contribuire alla diagnosi, ma non consente da solo di ottenere una diagnosi precisa.

A seconda delle situazioni, ulteriori esami complementari possono rivelarsi utili: radiografia dei polmoni, analisi del liquido ascitico o del liquido pleurico alla ricerca di cellule cancerose, altri prelievi del sangue, ecc.

L’esame anatomopatologico dei prelievi chirurgici (studio microscopico dei tessuti) è il solo in grado di confermare la diagnosi di carcinoma dell’ovaio e di precisarne il tipo per poi procedere ad una sua localizzazione precisa.

Tutti gli esami menzionati, una volta concordati e realizzati, saranno illustrati al paziente dallo staff medico, sia in termini di tecniche che di eventuali rischi associati agli stessi.

È possibile procedere allo screening del carcinoma dell’ovaio?

Attualmente, uno screening non è raccomandato per le donne, indipendentemente dalla loro età.

La rapida evoluzione di questo tipo di carcinoma e la sua tendenza a produrre metastasi nell’addome rendono uno screening particolarmente complesso. Il Paptest del collo dell’utero può rivelare la presenza di lesioni del collo. Non è tuttavia in grado di diagnosticare un carcinoma dell’ovaio allo stadio precoce. Ciononostante, visite ginecologiche sistematiche possono permettere di scoprire la presenza di un carcinoma dell’ovaio ad uno stadio iniziale. La diagnosi del carcinoma dell’ovaio si basa, nella maggior parte dei casi, su sintomi che lasciano presagire un’estensione della malattia a livello dell’addome.

Non esiste alcuno strumento affidabile che contribuisca ad una diagnosi precoce. Solo le biopsie consentono di determinare con precisione la diagnosi e lo stadio di sviluppo del cancro.

Redazione a cura di “Malice & Co. (Francia)”. Traduzione e revisione a cura del Dott. Fabio Pilato.

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